Milano romana: da villaggio celtico a capitale dell’Impero Romano

Quando venne conquistato dai Romani (222 a.C.) il grande villaggio insubrico era uno dei principali centri a nord del fiume Po. Dopo la conquista i Romani collegarono Mediolanum alla Via Emilia, integrando così la città nella loro rete stradale e commerciale, ma ne lasciarono l’amministrazione ai capi celti, limitandosi al controllo militare del territorio. La città venne compiutamente romanizzata soltanto nel I sec. a.C., quando Giulio Cesare la scelse come base militare per le sue spedizioni in Gallia. Vennero erette mura possenti, con sette porte protette da torri, affiancate da una fossa nella quale furono convogliate le acque di due fiumi. La città assunse così una forma pressoché quadrata, con il Foro al centro, all’incrocio tra il cardo e il decumano massimo.

Nuovi tratti di mura vennero aggiunti alla fine del III sec. d.C. quando Milano, scelta come sede imperiale, si arricchì di palazzi e infrastrutture da grande capitale. Nei decenni seguenti, dopo l’editto di Costantino (Milano, 313), nell’area dell’attuale piazza Duomo sorsero le “basiliche gemelle” di Santa Tecla e Santa Maria Maggiore: sotto la guida del vescovo Ambrogio si affermava così un nuovo potere, quello dei vescovi, e il Complesso Episcopale si affiancava al Foro come nuovo centro cittadino.

 

La carta, che può essere letta nei minimi dettagli, mostra le strutture principali dell’antica Mediolanum sovrapposte a una pianta della Milano di oggi. I disegni mostrano alcuni monumenti antichi inseriti nella realtà attuale, insieme alla ricostruzione di altri monumenti di cui rimangono solo pochi resti. La legenda in basso facilita la lettura. (Luciano Aleotti e Luigi Sinigaglia, 2013)

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