Il pianoforte che discorreva con Brahms

La storia inizia nei primi anni Ottanta, quando un grancoda Bösendorfer appena uscito di fabbrica viene messo in vetrina in una strada importante del centro di Vienna. Tra i curiosi che entrano per osservare il pianoforte da vicino e toccare i suoi tasti c’è una coppia di giovani in viaggio di nozze.

È lo stesso pianoforte che in prima persona racconta l’episodio: “Lui, il marito, si è seduto e ha accennato con leggerezza qualche accordo, il modo di ‘tastare’ che di solito hanno le persone riservate, mentre la moglie stava in piedi ad ammirare la lucentezza del mobile, e poi anche quella del suono. Poi lui è partito con l’op. 5 di Brahms, la Sonata in Fa minore dall’incipit vigorosissimo, ed è rimasto tramortito dall’ottava bassa del Do della quinta battuta. Ha detto a lei: ‘Mai sentito niente di simile’… Poi hanno salutato e sono usciti. Peccato, erano simpatici, ed il Brahms che ne è venuto fuori era niente male, diciamo che aveva un carattere un po’ italico, passionale”. [pp. 17-18]

 

Da Vienna a Mosca. La storia raccontata dal pianoforte si snoda attraverso mille episodi ed eventi musicali ed ha come co-protagonista lo stesso Brahms, che appare in spirito in ogni occasione importante per discorrere con lui. A Vienna il grancoda viene noleggiato dai più grandi artisti che lo scelgono per i loro concerti in città. Col passare degli anni gli impegni si allargano ad altre città sempre più lontane da Vienna. Infine il grancoda partirà per il suo ultimo viaggio: la lontana Mosca per entrare nella casa del grande Svjatoslav Richter. In ogni luogo Brahms seguirà l’amico pianoforte per discorrere con lui e meditare sul destino degli uomini e della musica.

La storia è fantastica, ma la dottrina e la sostanza musicale sono di prima qualità e in certi momenti affascinano.

 

Roberto Beltrami, La vera storia di un pianoforte a noleggio (Europa Edizioni, Roma 2019).

 

 

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