A proposito di algoritmi

– I clic degli internauti fabbricano la popolarità
– Le citazioni ipertestuali, l’autorità
– Gli scambi nelle cerchie di compari, la reputazione
– Le tracce dei comportamenti, una predizione personalizzata ed efficace.

 

I grandi attori della nuova economia sono caratterizzati proprio dal tipo di algoritmo di riferimento per la loro attività:
– Google Analytics misura i clic;
– Page Rank (Google) usa i link come voti e misura l’autorità, sia quella conferita dal venir linkati da siti autorevoli, sia quella guadagnata con il linkare tali siti;
– Facebook e i suoi like generano e disfano reputazioni;
– Amazon usa le tracce lasciate non solo da voi, ma anche quelli che sono simili a voi, per predire e condizionare in modo chirurgico il vostro comportamento.

 

[da Dominique Cardon, A quoi rêvent les algorithmes, p. 90]

 

 

Moltiplicandosi senza tregua e in ogni direzione, le schegge informatiche si rivelano alla fine autosufficienti. E capaci di espandersi senza ricorrere ad alcunché di esterno. Non hanno bisogno di essere pensate. Sono loro, i Big Data, che pensano e amministrano coloro da cui hanno avuto origine. Se l’intelligenza è ciò che si trova negli algoritmi, allora il suo luogo privilegiato non sarà più la mente. Anzi, la mente tenderà a diventare il materiale su cui quegli algoritmi si applicano. L’informazione non tende soltanto a sostituirsi alla conoscenza, ma al pensiero in genere, sollevandolo del peso di doversi continuamente elaborare e governare.

 

[da Roberto Calasso, L’innominabile attuale, Adelphi 2017, p. 76]

 

 

 

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